Le metropoli globali stanno esplorando nuovi approcci urbanistici per risolvere il problema dei luoghi frequentati dai senza dimora. Un esempio di questa strategia “difensiva” è rappresentato dalle nuove grate installate sui marciapiedi di New York City. Queste griglie ondulate con sbarre sporgenti sono progettate per impedire a chiunque di sdraiarsi, soprattutto durante le giornate invernali.
Questa politica dissuasiva si estende anche alla ristrutturazione di luoghi chiave come Penn Station, dove sono state rimosse le panchine, e alcune stazioni della metropolitana, dotate di sbarre di legno che consentono solo di appoggiarsi. Tali soluzioni sono considerate utili per mantenere l’ordine e prevenire reati, ma sono oggetto di critiche da parte di movimenti che difendono i diritti delle persone senza tetto, definendo queste misure ostili e inumane.
Le misure adottate variano in base ai comportamenti che si intendono contrastare, come l’abbandono di rifiuti, l’uso incontrollato di skateboard o parkour, il vagabondaggio e l’accattonaggio. Alcune città hanno introdotto panchine inclinate o segmentate, marciapiedi cementati con sassi, spuntoni stradali e altre soluzioni “difensive”.
Nonostante la diffusione dell’architettura difensiva, questa non affronta in modo significativo i problemi complessi legati alla mancanza di alloggio e alle difficoltà delle persone senza dimora. A New York, il numero di senza tetto ha raggiunto il picco più alto dalla Grande Depressione del 1930, con oltre 84.000 persone, tra cui più di 27.000 bambini. Le iniziative municipali, come il programma Home-Stat, hanno avuto successo limitato nel trasferire le persone in centri di accoglienza o case di familiari a spese dell’amministrazione.
Le cause principali del senza dimora includono la mancanza di alloggi accessibili, gli sfratti, gli aumenti delle locazioni e la perdita del lavoro. Le donne con figli sono particolarmente vulnerabili, spesso trovandosi senza casa a causa della fuga dalla violenza domestica.