Nel 1968, la Columbia University divenne il palcoscenico di un movimento studentesco che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’istituzione e dell’intero Paese. Le proteste ebbero inizio come un movimento contro la costruzione di un nuovo edificio all’interno del campus che, a seguito della scoperta di un contratto secretato tra la Columbia e l’Istituto di Analisi della Difesa, sarebbe servito al Dipartimento di Difesa Americano per condurre ricerche su armi e mezzi militari per la guerra in Vietnam. Presto, quelle proteste si trasformarono in una rivolta in grado di scuotere le fondamenta dell’istituzione e dell’intera nazione.
L’episodio iniziò con lo sfratto degli abitanti del quartiere di Morningside Heights per fare spazio alla costruzione di un nuovo edificio del campus della Columbia. Gli studenti, già attivi nell’ambito dei movimenti per i diritti civili e contro la guerra in Vietnam, si unirono alla protesta, preoccupati per il destino delle comunità locali. Ciò che seguì furono mesi di tensione crescente che culminarono con l’occupazione di edifici universitari da parte degli studenti il 23 aprile 1968. Gli studenti occuparono la Hamilton Hall e il Columbia Gymnasium, mentre i professori si unirono alla protesta, tenendo lezioni all’aperto per sostenere gli studenti.
Le proteste non erano solo un’espressione di dissenso contro la politica dell’università, ma rappresentavano una critica più ampia al sistema educativo e alla società statunitense dell’epoca. Gli studenti chiedevano una maggiore voce nelle decisioni dell’università ed una maggiore attenzione ai problemi sociali.
La risposta dell’amministrazione dell’università fu dura: venne chiesto l’intervento della polizia, che intervenne il mattino del 30 aprile con oltre cento agenti per sgomberare gli edifici occupati. Vennero feriti 132 studenti, ai quali si aggiungono quattro membri della facoltà e dodici agenti di polizia. 720 studenti furono arrestati. Le immagini di studenti barricati dietro le porte degli edifici, di scontri con la polizia e di dimostranti feriti fecero il giro del mondo, suscitando un’ondata di solidarietà da parte di altre università e movimenti di protesta in tutto il paese.
Ma sebbene le proteste del 1968 alla Columbia University siano state un periodo di grande tumulto e divisione, hanno anche segnato un momento di cambiamento e crescita per l’istituzione. Le conseguenze delle proteste portarono a una maggiore attenzione alle esigenze degli studenti, alla creazione di nuovi programmi accademici e alla riforma delle politiche dell’università.
Oggi, le proteste del 1968 sono ricordate come un capitolo importante nella storia dell’attivismo studentesco e della Columbia University stessa, soprattutto in questi giorni di furiose proteste e scontri tra fazioni pro-palestina e movimenti di solidarietà ad Israele.