L’oceano Pacifico, il più grande tra gli oceani, noto per plasmare il clima globale, sta per cambiare marcia quest’anno.
Il ciclo termico dell’Oceano Pacifico conosciuto come El Niño, che porta calore e cambiamenti climatici estremi in molte parti del mondo, si sta avviando alla sua fase conclusiva, dando il passo alla sua controparte, La Niña.
Durante El Niño, le acque calde migrano verso est, alterando la pioggia, il calore e la siccità in tutto il mondo. L’attuale El Niño è stato uno dei più intensi mai registrati, causando incendi boschivi, siccità e inondazioni in America del Sud, ondate di calore negli Stati Uniti e condizioni meteorologiche estreme in Africa meridionale.
Secondo Michael McPhaden della NOAA, un’organizzazione statunitense, l’ENSO, l’oscillazione tra El Niño e La Niña, è destinata a passare alla fase neutra tra aprile e giugno 2024, con un’alta probabilità di transizione a La Niña tra giugno e agosto. La transizione da El Niño a La Niña non sarà dunque immediata, e ci vorrà tempo prima che i cambiamenti climatici si facciano sentire. Tuttavia, ciò non fermerà l’attuale ondata di calore che ha colpito il Sud-est asiatico.
Gli effetti di El Niño e La Niña variano da regione a regione. Durante La Niña, le acque più fredde nell’Oceano Pacifico equatoriale assorbono calore dall’atmosfera, influenzando i modelli climatici in tutto il mondo. Ad esempio, mentre regioni come il sud-est degli Stati Uniti tendono ad essere più calde e più secche durante La Niña, il Midwest, ovvero l’agglomerato di stati americani centro orientali che comprende stati come il Michigan, il Wisconsis e l’Illinois, può aspettarsi condizioni più umide e nuvolose.
Uno degli impatti più significativi di La Niña è sicuramente sulla stagione degli uragani nell’Oceano Atlantico. Le condizioni create da La Niña aumentano infatti la probabilità di uragani di grandi dimensioni: The Weather Company e Atmospheric G2 prevedono un aumento significativo delle tempeste rispetto alla media, con un numero maggiore di uragani di categoria 3 o superiore.
Tuttavia, prevedere esattamente come si svilupperà La Niña è diventato più difficile a causa del riscaldamento globale. L’attuale aumento delle temperature medie rende gli anni “freddi” di La Niña più caldi di quelli registrati 20 anni fa, complicando ulteriormente le previsioni.
Il 2024 sarà un banco di prova cruciale per gli scienziati, un incrocio tra cambiamenti climatici naturali ed effetti antropogenici. Il mondo sarà osservato da vicino per comprendere meglio dove si incrociano la variabilità naturale e l’impatto dell’attività umana sul clima. Con l’aumento delle temperature globali, gli estremi meteorologici potrebbero diventare sempre più comuni. Gli scienziati sottolineano la necessità di prepararsi per affrontare questi cambiamenti e adattarsi a un clima in costante evoluzione.