La condanna dell’ex presidente Donald J. Trump di oggi rappresenta solo l’ultimo sviluppo nel suo complesso percorso legale all’interno del sistema giudiziario di New York. Il giudice Juan M. Merchan ha fissato la data della sentenza per l’11 luglio, momento in cui Trump potrebbe essere condannato a una pena che però potrà essere massimo di quattro anni di carcere o di libertà vigilata.
Qualsiasi condanna non gli impedirà di candidarsi alla presidenza: non esiste infatti alcuna proibizione legale per i criminali in tal senso. Inoltre, nessuna disposizione costituzionale vieterebbe a un detenuto di assumere la carica di presidente, anche se, nella pratica, questo scatenerebbe una crisi che i tribunali sarebbero chiamati a risolvere.
Il diritto di voto di Trump invece potrebbe essere compromesso. Trump è registrato in Florida, stato che richiede ai criminali di scontare l’intera pena, compresa la libertà vigilata o la libertà condizionale, prima di riacquistare i diritti di voto. Con le elezioni imminenti, sembra improbabile che Trump possa completare la sua pena in tempo, qualunque essa sia.
La condanna penale di Trump a Manhattan include 34 capi d’accusa di falsificazione di documenti commerciali, legati al rimborso di denaro pagato alla pornostar Stormy Daniels per coprire uno scandalo sessuale risalente alle elezioni presidenziali del 2016.
Se Trump fosse in libertà vigilata il giorno delle elezioni, una disposizione della legge della Florida potrebbe applicare gli standard più permissivi di New York – che permettono ai criminali di votare in libertà vigilata purché non siano in carcere – poiché è stata New York a condannarlo. L’ufficio del segretario di stato della Florida non ha risposto giovedì alle richieste di chiarimenti sullo status di idoneità di Trump. Se fosse in prigione, però, sarebbe privato del diritto di voto in entrambi gli stati.
Trump quasi certamente presenterà appello, dopo mesi di critiche al caso, attacchi al procuratore distrettuale di Manhattan che ha portato avanti l’azione legale, e al giudice Merchan che ha presieduto il processo.
Tuttavia, prima che l’appello sia esaminato, Trump sarà coinvolto nel sistema di giustizia penale. Una relazione pre-sentenza farà raccomandazioni basate sui precedenti penali dell’imputato – Trump non ne aveva prima di questo caso – oltre che sulla sua storia personale e sul reato stesso. L’ex presidente è stato riconosciuto colpevole di falsificazione di documenti commerciali in relazione a un pagamento di $130.000 a Stormy Daniels, una pornostar che sostiene di aver avuto un breve incontro sessuale con Trump nel 2006, per comprarne il silenzio.
Trump è stato condannato per 34 reati di Classe E, il livello più basso di New York, ciascuno dei quali comporta una pena potenziale fino a quattro anni di carcere. La libertà vigilata o il confinamento domiciliare sono altre possibilità che il giudice Merchan può considerare.
Il giudice Merchan ha dimostrato in passato di prendere sul serio i reati finanziari. Se dovesse imporre la detenzione, probabilmente la punizione sarebbe simultanea, il che significherebbe che Trump sconterebbe la pena per ciascuno dei reati di cui è stato riconosciuto colpevole contemporaneamente. Il che vuol dire che al massimo potrebbe scontare 4 anni di carcere.
Se Trump venisse invece condannato alla libertà vigilata, potrebbe comunque essere incarcerato se in seguito fosse trovato colpevole di altri reati. Attualmente, Trump, 77 anni, è coinvolto in altre tre cause penali: due federali, che riguardano il suo trattamento di documenti classificati e i suoi sforzi per rovesciare le elezioni del 2020, e una causa statale in Georgia che riguarda l’interferenza nelle elezioni.
Gli avvocati di Trump potranno presentare un avviso di appello dopo la sentenza, prevista per l’11 luglio alle 10:00. Il giudice potrebbe sospendere qualsiasi punizione durante l’appello, il che potrebbe ritardare la punizione oltre il giorno delle elezioni.