ROMA (ITALPRESS) – “Sono molto contenta dei risultati ottenuti dall’Italia in questo Consiglio europeo, sono estremamente soddisfatta dei passi avanti fatti su alcune materie particolarmente delicate”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio europeo straordinario, commentando i risultati ottenuti in particolar modo sui temi economici e immigrazione. “Il documento rappresenta una grande vittoria per l’Italia, quando c’è la volontà politica di affrontare i problemi in modo pragmatico e serio si ottengono dei risultati. Mi ritengo estremamente soddisfatta del protagonismo dell’Italia. Sulle questioni economiche la posizione italiana è pienamente entrata nelle conclusioni del Consiglio europeo. Un’altra grande questione che abbiamo posto è che nella futura discussione sulla governance, ovvero sul Patto di stabilità e crescita, si tenesse conto delle decisioni prese. Abbiamo chiesto che si faccia una proposta di un Fondo sovrano, ma siamo consapevoli di come un fondo del genere richiede del tempo, noi non abbiamo tempo. La proposta italiana, oltre a quella del Fondo sovrano – prosegue – era la possibilità di una flessibilità sui fondi esistenti. Sul tema degli aiuti di stato abbiamo chiesto che l’allentamento sia circoscritto, temporaneo e limitato e che vi fosse anche la capacità di dare a un problema europea una risposta europea, perché l’allentamento degli aiuti di stato rischia di essere una soluzione nazionale. La discussione sulla competitività del nostro sistema produttivo è strategica e importante, che anche l’Italia ha caldeggiato ritenendo che le crisi che abbiamo fronteggiato necessitino di una discussione strategica sulle priorità che l’Ue deve darsi. Entra anche la questione delle catene di approvvigionamento che ho più volte posto”.
Poi il tema dell’immigrazione, sul quale la premier vede un vero cambio di passo. “La giornata di ieri stabilisce un principio: si cambia l’approccio. Un approccio molto diverso da quello che abbiamo visto negli ultimi anni, ora si parte da una frase che non si era mai riuscita a mettere: immigrazione è un problema europeo e ha bisogno di una risposta europea. Questo cambia moltissimo. Io non ho percepito un cambio di passo, noi abbiamo ottenuto un cambio di passo, alcuni concetti fino ad ora non erano mai usciti nei documenti europei. I documenti sono la cornice su cui si costruiscono poi le risposte. Significa che il dibattito non è più: l’Italia viene lasciata da sola e poi si discute dei movimenti secondari. Oggi l’approccio è come aiutiamo l’Italia a difendere il suo confine. Il cambio di passo è evidente e totale e lavoreremo per costruire le risposte concrete”, aggiunge. Poi il tema del conflitto in Ucraina e la polemica con l’Eliseo. “Io confesso che vivo alcune letture italiane un po’ provinciali, il tema non è il gelo, ma che l’Italia è una nazione abbastanza centrale in Ue da dover dire se su qualcosa non è d’accordo. In passato era sufficiente stare in una foto, io penso che le cose non vadano così. Se fossi stata invitata” a Parigi “avrei consigliato di non fare quella riunione perché sull’Ucraina a noi interessa dare un messaggio di compattezza. Non è facile per nessuno di noi gestire il tema e la nostra opinione pubblica, le persone sono preoccupate e – evidenzia – sul piano del consenso quello che facciamo può non essere la soluzione migliore ma abbiamo fatto quello che è giusto. Io credo che non andasse in nessun modo indebolita la forza dell’immagine di ieri” con Zelensky, “lo penso e l’ho detto”.
“Questo ha determinato un isolamento dell’Italia? A Parigi c’erano due presidenti e non c’erano gli altri 25. Credo che l’immagine di compattezza data ieri sia stato un segnale molto importante – ha aggiunto -. All’interno della dinamica del Consiglio europeo c’è la conferma del pieno sostegno alla causa ucraina, alla sovranità e libertà del popolo ucraino. E’ stata ribadita non solo la compattezza dell’Europa ma anche il fatto che intende rimanere al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo e gli strumenti necessari. C’è una sola possibilità affinché alla fine ci possa essere un tavolo negoziale, quella possibilità è data dall’equilibrio delle forze in campo. Senza aiutare l’Ucraina – osserva Meloni – non ci sarà la pace ma una invasione e l’invasione porterebbe la guerra più vicina. Quanto fatto in questi mesi è aiutare l’Ucraina a difendersi, questo produce anche una sorta di stallo nello scontro bellico ma ovviamente è l’unica possibilità che abbiamo di creare le condizioni per cui si voglia cercare un’altra soluzione. Chi aiuta l’Ucraina lavora per la pace, chi dice che non va aiutata per paradosso rischia di produrre l’esatto contrario, ovvero una guerra che si propaga e che non si ferma”.
Infine, la mancata partecipazione del presidente ucraino Zelensky a Sanremo: “Non è mai facile far entrare la politica in una manifestazione come Sanremo, è sempre un tema molto delicato. Avrei preferito che ci fosse. Mi è dispiaciuto che su un tema del genere ci sia stata la polemica, ma ho apprezzato la scelta di Zelensky perché credo fosse importante la sua presenza anche attraverso una lettera. Poi la questione mi pare secondaria sul piano della politica internazionale. I rapporti con lui non sono affatto alienati”, conclude. (ITALPRESS).
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