“L’eleganza è tutto meno che l’abito”. Una frase altamente significativa che racchiude un mondo fatto di portamento, gestualità, grazia e stile. Dal momento che lo stile non si compra proprio.
Giorgio Armani era l’ambasciatore di tutto questo grazie al rigore, pulizia e linearità che applicava con attenzione massima ai dettagli, che poneva nell’amatissima professione. Accessori compresi ed abitazioni varie sapientemente arredate. Siamo a colloquio con Eugenio Di Giandomenico che tanto ha da raccontarci.
“Alla fine degli anni ottanta, poco più che ventenne, ho avuto un’esperienza di modello negli USA per importanti brand di moda italiani. Ho avuto l’occasione di conoscere Giorgio Armani personalmente in un momento di grande sviluppo della sua casa di moda e di tutto il made in Italy negli Stati Uniti. Ricordo vari momenti di lavoro e di convivialità. Lui era attento e premuroso non solo nei confronti dei modelli, ma anche di tutto il personale coinvolto nelle varie iniziative. Aveva un approccio quasi maniacale al lavoro. Non gli sfuggiva nulla, entrava nel merito di ogni dettaglio delle sfilate, controllava personalmente tutti gli aspetti di organizzazione, comunicazione e promozione tanto che in ogni suo evento era sempre il Deus ex machina di qualunque processo produttivo. Incredibilmente era un raro caso in cui la creatività si coniugava perfettamente con lo spirito imprenditoriale, riuscendo ad ottenere di volta in volta dei risultati quasi sempre più importanti di quelli attesi, di quelli preventivati. Tra i ricordi, un giorno, in una sua pausa di lavoro, si avvicinò a noi modelli e tra una battuta e l’altra disse “Marco Eugenio è tanto di più della moda!”. All’epoca non capii. Oggi, quasi dopo quarant’anni, quelle parole mi risuonano nella mente. Grazie al suo grande acume forse aveva già intravisto quello che sarebbe poi stato il mio percorso di vita votato all’arte”.
Oggi di cosa si occupa esattamente?
“Da trent’anni svolgo l’attività di critico e curatore d’arte in Italia e all’estero, con grandi soddisfazioni umane e professionali e con un piede sempre nel mondo universitario (Politecnico di Milano, Accademia di Belle Arti di Brera, Università Statale di Milano e varie altre università) in cui ho sempre svolto docenze nelle mie materie. L’esperienza giovanile della moda mi ha dato molto. In primis mi ha permesso di conoscere il mio corpo e le sue potenzialità comunicative, così come una tela per un pittore ovvero un blocco di marmo per uno scultore.Poi mi ha insegnato l’arte dello show, del rapporto col pubblico, nel piacere a qualunque interlocutore, fugando le insicurezze e paure tipiche di un ventenne, soprattutto in quegli anni.”
Bene, veniamo a noi entrando nello specifico. Perché ‘Re’ Giorgio?
“Beh, lui fondò la sua azienda a 41 anni nel 1975. La stampa inglese lo coronò con tale titolo e, da allora, nell’immaginario collettivo divento il “Re della moda” grazie alle sue invenzioni di stile ed eleganza. Nella copertina del ‘Time’ del 1982 si legge: Giorgio’s Gorgeous Style, in un gioco di parole assonanti come se lo splendore dello stile e stilemi fosse connaturato al suo creatore.”
Entriamo nel merito al destrutturato?
“Una giacca destrutturata è un capo leggero, morbido e flessibile, privo o con ridotte spalline, tele interne ed imbottiture che caratterizzano le giacche più tradizionali. Una costruzione che riduce la rigidità conferendo una vestibilità rilassata e confortevole, adatta ad uno stile ‘smart – casual – unendo eleganza e disinvoltura. Ricordiamoci che è stato un antesignano del ‘genderless’ superando gli stereotipi classici del ‘maschio’ e della ‘femmina’. In parole povere avvolgeva chi indossava senza imbottiture con tessuti innovativi e leggeri assecondando e valorizzando le linee naturali del corpo. Il risultato era…è! Quello d’espressione di naturale sensualità senza sovrastrutture. Magnifico immergersi in “una seconda pelle” in estrema naturalezza poiché l’eleganza nasce proprio dal dialogo tra corpo ed abito. Lo stile e l’eleganza di Armani sono suggellati mediaticamente anche da Richard Gere in “American Gigolo’ del 1980, famosissimo film scritto e diretto da Paul Schrader.”
Decretando successo mondiale.
“Aggiungendo che Richard Gere venne consacrato sex-symbol a livello planetario in quanto capace d’esprimere una nuova sensualità maschile condizionando lo stile di tutte le generazioni successive. Lauren Hutton vestita col tailleur pantalone e scarpe basse in estrema disinvoltura, valorizzò la silhouette decretando l’abito in linea con una nuova posizione sociale della donna che lavora, esprimendosi in attività lavorative paritetiche a quelle dell’uomo.”
Qualche giorno prima di morire aveva acquistato la Capannina a Forte dei Marmi.
“Esatto, un vero e proprio gesto affettivo con tanto di ritorno alle origini. Proprio al Forte negli anni ’60, conobbe il compagno e poi socio Sergio Galeotti. Approfitto osservando che il leggendario locale fondato nel 1929 da Achille Franceschi e poi nel 1977 acquisito e gestito da Gherardo e Carla Guidi, era stato un meraviglioso scenario di anni irripetibili pieni di sogni e aspirazioni poi realizzati.”
È vero che quando morì Galeotti Armani dichiarò che una parte di lui si era spenta con tale perdita?
“Senz’altro, da uomo sensibile che era soffrì moltissimo di questo. Indubbiamente. Un grande amore con colui che aveva avviato l’avventura della casa di moda.”
Aprendogli l’universo. E pensare che aveva iniziato come vetrinista.
“Nooo, non era vetrinista, iniziò controllando i vetrinisti della Rinascente che è tutto un altro lavoro.”
A proposito di vetrine, qualche annetto fa fu ripreso da buona parte dei media mentre dava gli ultimi tocchi ad un manichino in una delle sue boutique.
“Un’immagine che diventò virale. L’ho detto prima: l’uomo che era. Semplice, operoso, dotato d’enorme ingegno.”
L’eleganza non è farsi notare ma farsi ricordare.
“Suo vero e proprio ‘must’ che gli calza a pennello “
Altro da aggiungere?
“Non appesantirei più di tempo dando spazio a buona razionalità e buon lustro.”
Armani Style.
L’articolo Estro ed imprenditorialità: semplicemente Giorgio Armani proviene da IlNewyorkese.