Massimo Carnelos, a capo dell’ufficio Innovazione, Tecnologie e Start-up per il Ministero degli Esteri

Portare le proprie idee imprenditoriali all’estero è un desiderio piuttosto diffuso. E lo si può fare con il supporto delle istituzioni. Massimo Carnelos, Dirigente dell’Ufficio Innovazione, Tecnologie e Start-up presso il Ministero degli Esteri, spiega le iniziative del Ministero degli Esteri per internazionalizzare le start-up italiane, rendendole appetibili sui mercati esteri, con particolare attenzione al mercato statunitense.

La sua carriera diplomatica è iniziata più di vent’anni fa e oggi si occupa di innovazione e tecnologia per il Ministero degli Esteri. Come è avvenuta questa evoluzione?
«La mia carriera è iniziata in ambito diplomatico con esperienze tra Asia, Medio Oriente ed Europa. Da alcuni anni mi occupo di innovazione e tecnologia, un settore insolito per un diplomatico, ma sempre più strategico. L’innovazione è il fulcro della crescita economica e della competizione globale. Il Ministero degli Esteri ha colto questa esigenza creando un ufficio dedicato, che dirigo, per sostenere le aziende italiane nei mercati internazionali attraverso la diplomazia dell’innovazione.»

“Diplomazia dell’innovazione” è un concetto affascinante. Può spiegarci in cosa consiste?
«L’innovazione tecnologica è sempre stata alla base dello sviluppo economico e sociale. Oggi, i rapporti internazionali hanno una forte componente tecnologica e chi è all’avanguardia in questo campo ha un peso maggiore nelle dinamiche globali. La diplomazia dell’innovazione si occupa di creare opportunità per le imprese e i centri di ricerca italiani all’estero, sostenendo il loro accesso a mercati strategici, favorendo collaborazioni e attrazione di investimenti.»

L’intelligenza artificiale è uno dei temi più dibattuti. Alcuni la temono, altri la vedono come un’opportunità. Qual è la sua posizione?
«L’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità straordinaria. In settori come la medicina e la ricerca scientifica sta già producendo benefici enormi. La paura spesso nasce dalla scarsa conoscenza: più che preoccuparsi di regolamentare l’IA prima ancora di comprenderla, dovremmo concentrarci sullo sviluppo di competenze e sulla capacità di sfruttarla a nostro vantaggio. Non si può pensare di fermare l’innovazione, ma bisogna guidarla con intelligenza.»

Le piccole e medie imprese italiane investono ancora poco in intelligenza artificiale rispetto ad altri paesi. Perché?
«Il problema non è la paura dell’innovazione, ma la mancanza di strumenti adeguati e di una mentalità orientata alla crescita esponenziale. Le nostre PMI devono competere su un mercato globale che non fa sconti. L’intelligenza artificiale può migliorare produttività ed efficienza, e le imprese devono imparare a utilizzarla per restare competitive.»

Passiamo alle start-up italiane in America. Quali sono le sfide principali e come il vostro ufficio le supporta?
«Il modello delle start-up prevede una crescita rapida ed esponenziale, sostenuta da investimenti di venture capital. In Italia c’è talento e creatività, ma il mercato è piccolo. Le nostre start-up devono pensare in grande fin dal primo giorno e guardare ai mercati internazionali, in primis agli Stati Uniti.

Il nostro lavoro consiste nel supportarle attraverso la diplomazia economica, portandole in eventi internazionali, mettendole in contatto con investitori e aiutandole a scalare. Un esempio concreto è Innovit, il nostro centro a San Francisco, che offre formazione e networking nella Silicon Valley.»

Silicon Valley rimane il punto di riferimento globale per l’innovazione?
«Assolutamente sì. Nonostante i cambiamenti, la Silicon Valley resta la “Champions League” dell’innovazione. Il coraggio imprenditoriale, l’accesso ai capitali e la cultura del rischio rendono questo ecosistema unico. Le start-up italiane che vi partecipano, anche solo per un breve periodo, tornano con una mentalità completamente trasformata. Noi cerchiamo di facilitare questo scambio, affinché l’Italia possa cogliere le migliori opportunità che questo ambiente offre.»

Quali sono i prossimi obiettivi del suo ufficio?
«A breve parteciperemo a un festival sull’intelligenza artificiale a Cannes con un padiglione italiano, promuovendo il nostro ecosistema tecnologico. L’obiettivo resta quello di rafforzare la presenza internazionale delle imprese italiane e di posizionare l’Italia come attore strategico nei settori chiave del futuro.»

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