Nel primo trimestre dell’anno fiscale 2025, Starbucks ha registrato un calo del 4% nelle vendite globali nei negozi già aperti, con un -6% in Cina e un -4% negli Stati Uniti. L’azienda sta cercando di riconquistare i clienti, molti dei quali insoddisfatti dai lunghi tempi di attesa, e tra le strategie messe in campo c’è un obiettivo preciso: servire il caffè in quattro minuti o meno.
Brian Niccol, amministratore delegato da settembre, ha spiegato che non si tratta di un traguardo semplice. Per velocizzare il servizio, Starbucks sta potenziando l’uso della tecnologia, migliorando il sistema di ordini via app e aumentando le ore di lavoro in 3.000 punti vendita dove il personale era ridotto. Nonostante questo, la società ha avvertito che anche il prossimo trimestre potrebbe essere debole, perché gli investimenti in tecnologia e personale stanno aumentando i costi.
Nell’ultimo trimestre, l’utile netto dell’azienda è sceso del 23% rispetto all’anno precedente, passando da 1 miliardo a 780 milioni di dollari. Starbucks ha spiegato che la riduzione è dovuta anche agli aumenti salariali per i dipendenti e alla decisione di eliminare il sovrapprezzo per il latte vegetale. Niccol, però, si è detto ottimista: «Abbiamo punti di forza significativi e un piano chiaro».
L’azienda ha annunciato anche un cambio di strategia per i suoi negozi: l’idea è quella di recuperare un’atmosfera più simile a quella dei primi Starbucks, con ambienti più accoglienti e il ritorno del bancone dove i clienti possono aggiungere latte e zucchero.
Martedì, poco prima della diffusione dei risultati finanziari, Starbucks ha comunicato anche un’importante riorganizzazione interna. Due figure di alto livello lasceranno l’azienda: Sara Trilling, presidente per il Nord America, e Arthur Valdez, responsabile della supply chain. Al loro posto entreranno Mike Grams, ex presidente e COO di Taco Bell, e Meredith Sandland, esperta di logistica e sviluppo nel settore della ristorazione.
Niccol ha parlato anche di espansione: Starbucks vuole raddoppiare il numero di negozi negli Stati Uniti, anche se non ha fornito una tempistica precisa. Ha indicato Texas e sud-est degli Stati Uniti come aree particolarmente promettenti, dove i nuovi punti vendita stanno registrando «ottimi risultati economici».
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