Roberta Sparta è una produttrice italiana che ha saputo affermarsi nel panorama internazionale con determinazione e una visione artistica ben definita. A capo della sua casa di produzione, Sparta Productions, ha portato al mercato di Cannes l’horror The Remedy, consolidando la sua presenza tra i nuovi volti del cinema di genere. In questa intervista racconta le sfide e le conquiste del suo percorso da produttrice, il suo approccio creativo e il valore del legame con la comunità italiana a Los Angeles.
Roberta, partiamo dall’inizio: da dove vieni?
Vengo da due piccoli paesi in provincia di Vicenza. Mia madre è veneta, mio padre siciliano. Sono cresciuta in una famiglia molto piccola, mamma, papà e mia sorella, che purtroppo è venuta a mancare quando avevo 14 anni. Nonostante tutto, i miei genitori mi hanno sempre sostenuta.
Come sei arrivata al mondo del cinema?
Il mio sogno iniziale era fare la manager. A 16 anni, per caso, sono stata notata da una truccatrice della Pupa in un centro commerciale. Da lì è cominciata una carriera come modella, poi pubblicità, poi recitazione. Ma è stato con la produzione che ho trovato il mio vero spazio.
Quando è iniziata la tua vita a Los Angeles?
Nel 2008 ho fatto un’audizione per l’Academy of Dramatic Arts di Los Angeles e sono stata ammessa. Dopo un primo periodo senza visto lavorativo, ho ottenuto la green card e mi sono trasferita stabilmente nel 2012. È stato un grande cambiamento, anche linguistico: all’inizio non capivo nulla, ma poi tutto è cambiato con lo studio e la determinazione.
Il tuo film The Remedy è arrivato a Cannes. Com’è nata questa avventura?
The Remedy è un horror che ho prodotto insieme ad Alex Kahuam e Daniel Kuhlman. È stato selezionato al mercato di Cannes, un’esperienza unica: sala piena, atmosfera vibrante, e il piacere di avere i miei genitori con me. È stato anche un grande momento di networking: ho conosciuto nuovi agenti, produttori e potenziali partner per progetti futuri.
Che significato ha Cannes per una produttrice come te?
È il cuore pulsante del mercato del cinema. Non è solo glamour: Cannes detta le tendenze internazionali di acquisto e distribuzione. Portare lì un progetto significa credere nel suo potenziale globale.
Com’è essere produttrice nel sistema americano?
Mi affascina il modello produttivo americano e il loro mindset positivo. Qui c’è davvero lo spirito del “Where there’s a will, there’s a way”. In un settore complesso come quello del cinema, dove spesso mancano budget milionari, la creatività e l’organizzazione fanno la differenza. Questo è il mio stile: unire visione artistica e pragmatismo.
Hai anche iniziato a dirigere: come si inserisce questo nella tua carriera?
Sì, recentemente ho diretto I Am In Love, selezionato in 50 festival e premiato la settimana scorsa. Dirigere è una naturale estensione della produzione: mi permette di esprimere pienamente la mia visione estetica.
Hai avuto anche una parte nel mondo di Star Wars: come sei arrivata lì?
È stata un’esperienza speciale. Ho interpretato Sally Organa nella serie Obi-Wan Kenobi su Disney+. A oggi sono l’unica attrice italiana ad aver fatto parte del franchise Star Wars e l’unica al mondo ad aver interpretato quel personaggio. È stato un piccolo ruolo, ma significativo per me: un riconoscimento importante all’interno di una delle saghe più iconiche della storia del cinema.
Quali progetti stai seguendo ora?
Con Sparta Productions sto portando avanti diversi progetti. Sto per partire per l’Italia per co-produrre Vino, un film con attori americani girato in Toscana. Poi tornerò a Los Angeles per girare nuovi “verticals”, micro-drammi in formato 9:16 pensati per smartphone, un formato in cui lavoro regolarmente. Stiamo anche sviluppando un vertical action, una novità interessante rispetto ai classici romance.
Come riesci a conciliare il lavoro con le tue radici italiane?
Dal 2021 sono ambasciatrice del gruppo Italian Women USA a Los Angeles. Unisco lavoro e comunità: recentemente ho avuto due ragazze del gruppo sul set. È bello poter aiutare, creare reti, mantenere vivo il legame con l’Italia anche nei piccoli gesti quotidiani.
Cosa diresti oggi a te stessa, quella Roberta che ha fatto la valigia per l’America?
“Fidati del tuo istinto. Ce la farai. Prendi decisioni quando sei centrata, ma non avere paura. Vai. Puoi farcela.”
L’articolo Roberta Sparta: “Con The Remedy ho portato il mio cinema indipendente a Cannes” proviene da IlNewyorkese.