Il Cannabis Social Equity Investment Fund voluto da Kathy Hochul non è andato benissimo

Il piano della governatrice di New York, Kathy Hochul, per finanziare i primi dispensari di cannabis con licenza si è trasformato in un problema per gli imprenditori coinvolti. Nel 2022 lo Stato aveva stanziato 50 milioni di dollari per aiutare chi aveva precedenti penali per marijuana ad aprire nuovi negozi, ma a due anni di distanza solo 22 delle 150 attività previste sono operative. Ora, il governo statale vuole recuperare i fondi investiti, sottraendo risorse ai programmi di reinvestimento nelle comunità colpite dalla guerra alla droga.

Al centro della questione c’è una clausola rimasta a lungo inosservata nel fondo Cannabis Social Equity Investment Fund, secondo cui i proventi delle tasse sulla cannabis dovranno essere usati prima per rimborsare lo Stato. I soldi destinati ai quartieri più colpiti dalla criminalizzazione della marijuana arriveranno solo in un secondo momento. L’avvocato Joseph W. Belluck, a capo del comitato che gestisce i fondi per le comunità, ha criticato il piano di Hochul: «Non è colpa di queste comunità o dei richiedenti se questo fondo ha fallito e ora deve essere rimborsato. Chiedere loro di farsi carico del debito è completamente ingiusto».

Secondo i documenti di bilancio, le entrate fiscali dalla vendita di cannabis sono passate da 42,3 milioni di dollari dello scorso anno a 161,8 milioni di quest’anno. In teoria, una parte di questi soldi sarebbe dovuta confluire nei programmi di assistenza sanitaria e formazione professionale per le comunità più svantaggiate. Invece, il piano di Hochul mantiene il fondo per le sovvenzioni a 5 milioni di dollari per il secondo anno consecutivo, nonostante le aspettative di un aumento. Belluck ha detto che le autorità gli hanno comunicato che la crescita prevista verrà destinata al rimborso statale.

Nel frattempo, l’Office of Cannabis Management, l’agenzia che supervisiona il mercato legale della cannabis, è sommerso da oltre 5.000 richieste di licenza commerciale. Molti di questi richiedenti avrebbero diritto ad aiuti finanziari e tutoraggio, ma l’agenzia non ha le risorse per fornirli. Heather Trela, esperta di politiche sulla marijuana del Rockefeller Institute of Government, ha spiegato che la decisione di Hochul è formalmente coerente con la legge, che prevede l’uso prioritario delle entrate della cannabis per coprire le spese statali. Tuttavia, ha aggiunto, «se questa sia la scelta giusta è un argomento di dibattito».

Alcuni legislatori hanno già preso posizione contro la strategia della governatrice. La senatrice Liz Krueger, presidente della Commissione Finanze dello Stato, ha criticato l’uso dei fondi della cannabis per ripagare un programma di prestiti fallito sotto la gestione della State Dormitory Authority, un’agenzia che solitamente si occupa di costruire biblioteche e ospedali. Secondo Krueger, lo Stato dovrebbe invece concentrarsi sul sostegno ai dispensari in difficoltà: «Dobbiamo fare in modo che questi negozi escano da accordi insostenibili abbastanza forti da sopravvivere e diventare attività di successo».

Anche tra le organizzazioni impegnate nella giustizia sociale c’è preoccupazione. Terrence Coffie, professore alla New York University e direttore della Cannabis Justice and Equity Initiative, ha spiegato che la sua organizzazione sperava di ottenere una sovvenzione per aiutare 1.500 persone l’anno a entrare nel settore della cannabis. Per lui, che ha trascorso 19 anni in carcere, creare opportunità concrete per chi è stato punito quando la marijuana era illegale è una priorità: «Vogliamo correggere l’impatto devastante delle leggi anti-cannabis nelle comunità nere e latine».

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