Il faro del Molo San Vincenzo, normalmente non visitabile, dal 28 luglio al 2 agosto 2025 diventa un palcoscenico sospeso sul Mediterraneo. Per sei giorni – cinque tramonti e un’alba – Napoli celebra i 2500 anni dalla fondazione di Neapolis con un festival che mette al centro il mare, le partenze e i ritorni. Un modo per raccontare la città attraverso ciò che più l’ha definita: il movimento continuo di persone, suoni e storie.
La programmazione di “Al Faro – Festival”, progetto originale di Napoli 2500 per il Comune di Napoli, ideato e curato da Laura Valente, mescola villanelle e moresche, poesie e melodie mediterranee, tradizione e nuovi linguaggi. In cartellone, tra gli altri, i solisti della Tanghedia, i “Tamburi del Faro”, la poesia cantata di Maurizio de Giovanni, un inedito duetto tra Peppe Barra e Vinicio Capossela, un concerto all’alba con il mare a “suonare” insieme a un’orchestra di mandolini, e poi FicuFresche, La Niña con Raül Refree, Eugenio Bennato, Enzo Gragnaniello, Tony Esposito e Lina Sastri.
Il festival è cucito attorno alla memoria della migrazione. L’inaugurazione del 28 luglio alle 20.45 prevede un collegamento con Ellis Island; il 30 luglio, alle 21, ci sarà un secondo filo diretto con Little Italy. Non è un caso che il progetto parta idealmente da Ellis Island, la piccola isola davanti a New York che accolse oltre dodici milioni di immigrati, molti dei quali italiani, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. A inaugurare il festival sarà infatti un simbolico dialogo a distanza tra la Statua della Libertà e San Gennaro, patrono della città partenopea: due icone che rappresentano rispettivamente l’accoglienza e la protezione dei viaggiatori.
A guidare il racconto è l’immagine del gomitolo che si srotola dalle navi, ultimo legame tra i partenti e le famiglie rimaste in banchina. «Tra il 1860 e il 1960 si è consumato il più grande esodo che la storia moderna conosca: circa trenta milioni di italiani lasciarono il Porto di Napoli», ricorda Valente, che con questa rassegna prova a riannodare quel filo spezzato, mettendo insieme «radici e sperimentazione, voci antiche e nuove visioni». È un modo per restituire senso a un luogo – il faro – che per generazioni è stato l’ultima immagine di casa.
Il festival è finanziato dalla Città Metropolitana di Napoli, con la collaborazione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, della Marina Militare e di Ellis Island. «Aprire alla città un luogo simbolico come il Faro significa consolidare un legame profondo tra Napoli e il suo mare», ha detto il sindaco Gaetano Manfredi. Per l’assessora al Turismo Teresa Armato, è un esempio di turismo culturale “connesso alla memoria” e capace di parlare al presente. La Marina Militare, che dal 1911 gestisce i segnalamenti luminosi nazionali, rivendica il valore emotivo dei fari come «promessa del ritorno a casa», mentre l’Autorità portuale sottolinea il percorso di restituzione dei due chilometri del molo alla fruizione pubblica.
L’iniziativa rappresenta anche un importante tassello nella riqualificazione del Molo San Vincenzo, parte del piano urbanistico e culturale che mira a restituire ai napoletani uno spazio storico fondamentale. Realizzato originariamente come fortificazione strategica durante il Regno di Ferdinando I, il molo divenne progressivamente il simbolo della città marittima e commerciale fino al progressivo abbandono, culminato negli ultimi decenni.
Parallelamente, negli spazi della Lega Navale verrà inaugurata la mostra fotografica «Radici migranti» curata da Raul Lo Russo. L’esposizione racconterà, attraverso immagini di volti e gesti, l’esperienza migratoria di chi partì dal porto napoletano, con foto d’archivio e contributi contemporanei, con l’intento di esplorare come le storie di ieri continuino a riflettersi nei percorsi migratori odierni.
Infine, anche l’arte visiva trova spazio in «Al Faro»: l’illustratore Stefano Marra ha creato appositamente per la manifestazione un’opera grafica che sintetizza visivamente l’incontro tra memoria storica e contemporaneità, simbolo di un festival che punta a diventare appuntamento fisso, collegando Napoli non solo con il proprio passato, ma con un più ampio panorama culturale mediterraneo.
Tutti gli eventi sono gratuiti fino a esaurimento posti e vanno prenotati su Eventbrite (“Al Faro Festival”), con apertura delle prenotazioni mercoledì 23 luglio alle 12. L’accesso al molo sarà possibile solo tramite le navette organizzate: per le serate la partenza è tra le 19.00 e le 20.00; per il concerto all’alba tra le 4.00 e le 5.00. Il punto di incontro è ai Giardini del Molosiglio, in via Ammiraglio Ferdinando Acton.
L’articolo Dal Faro di Napoli a Ellis Island: un festival per raccontare 2500 anni di storie proviene da IlNewyorkese.