Un giudice federale ha bloccato l’ordine esecutivo di Trump che negava lo “ius soli”

Giovedì, un giudice federale del distretto occidentale dello stato di Washington ha temporaneamente bloccato un ordine esecutivo del Presidente Donald Trump, che negava la concessione della cittadinanza statunitense ai bambini nati in territorio americano da genitori migranti privi di permesso di soggiorno. Il giudice John Coughenour, con sede a Seattle, ha definito l’ordine «palesemente incostituzionale», ponendo interrogativi sull’interpretazione della legge da parte dell’amministrazione.

L’ordine esecutivo firmato da Trump nel suo primo giorno da Presidente ha generato preoccupazioni e dibattiti. Questi atti, che sono immediatamente esecutivi, sono soggetti a limitazioni urgenti e possono essere contestati in tribunale. Il diritto alla cittadinanza per nascita, noto come “ius soli”, è infatti protetto dal 14esimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, rendendo l’ordine apparentemente fragile dal punto di vista giuridico.

In risposta a questa misura, ventidue stati hanno presentato sei diversi ricorsi legali. Il giudice Coughenour ha esaminato il ricorso presentato da Washington, Illinois, Oregon e Arizona, decidendo di sospendere l’entrata in vigore dell’ordine esecutivo fino a nuove disposizioni processuali. «Sono in un’aula di tribunale da quarant’anni e non ricordo un altro caso in cui la questione presentata fosse così chiara come in questo. È un ordine palesemente incostituzionale. Dov’erano gli avvocati quando è stata presa questa decisione?», ha dichiarato Coughenour.

Il ricorso legale evidenzia come l’ordine riguardi circa 150.000 bambini ogni anno, il che potrebbe portare a una grave crisi di apolidia per molti di loro. Vengono presentate testimonianze di procuratori che hanno acquisito la cittadinanza statunitense per diritto di nascita e di madri in attesa che temono per il futuro dei propri figli. Questo aspetto umano della questione è emerso chiaramente durante le udienze, sottolineando l’importanza della cittadinanza per le famiglie coinvolte.

L’ordine esecutivo di Trump non solo colpiva i figli di genitori privi di permesso di soggiorno, ma anche quelli di donne legalmente presenti negli Stati Uniti con permessi temporanei, per turismo, studio o lavoro. La misura, prevista per entrare in vigore il prossimo 19 febbraio, ha trovato la resistenza del dipartimento di Giustizia, che ha dichiarato di voler difendere l’ordine, sostenendo che questo «interpreta correttamente il 14esimo emendamento della Costituzione».

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